Negozio

Una storia che sa di fiaba, impegno, determinazione e intelligenza, quella di Modesta Pontarollo.

Nata in Valbrenta,  durante la Prima guerra mondiale fu costretta a lasciare Valstagna,  perché il paese era sotto il tiro delle artiglierie impegnate tanto sull’Altopiano di Asiago quanto sul Massiccio del Grappa. Pochi chilometri più a nord c’era il confine dell’impero austroungarico e le truppe erano a ridosso del Canal del Brenta.

La donna, dopo un viaggio interminabile in treno a vapore, scese a Torino dove trovò lavoro da una bustaia, con negozio in corso Vinzaglio n° 12, che, presala in simpatia, le insegnò i segreti del mestiere.

Spinta da una grande forza di volontà, Modesta imparò ben presto a destreggiarsi con bravura ed abilità tra stecche e stoffe.

Il lavoro le piaceva e non contava le ore che trascorreva con ago e filo in mano, pronta a soddisfare tutte le richieste delle clienti della buona borghesia torinese.

Tanto impegno fu ripagato da meritati riconoscimenti.

Aveva imparato a cucire da ragazzina, appena terminata la scuola.

Era così veloce nell’operare fra trama e ordito che il conte Della Torre, venuto a conoscenza della sua abilità, chiese al papà  della ragazza che  la lasciasse andare a Padova per affiancare la guardarobiera di casa. La ragazzina si trasferì così nella città del Santo dove si perfezionò nel lavoro di sarta.

Modesta Pontarollo, pur trovandosi bene nel capoluogo piemontese, sentì forte il richiamo della terra natia nonostante fosse in prima linea. Lasciò Torino e raggiunse Camisano Vicentino, dove poteva contare sull’appoggio di alcuni parenti. Mai stanca, non si tirò indietro quando le proposero di lavorare nell’osteria Meridiana in centro a Camisano.

Si trovava dietro il bancone di mescita quando le campane annunciarono che la guerra era finita. Fu un giorno indimenticabile e il vino corse a fiumi.

Dopo l’armistizio firmato alle porte di Padova e con le armi finalmente ridotte al silenzio, Modesta Pontarollo raggiunse a Bassano dove viveva parte della sua famiglia.

L’uomo che nel frattempo aveva sposato, un militare, era partito per cercare fortuna in America ma, passati pochi mesi, non diede più sue notizie.

Modesta si rimboccò le maniche, decisa di mettere a frutto quello che aveva imparato prima a Padova e poi a Torino.

Nel 1924 aprì a Bassano, in piazza Garibaldi n° 16, un laboratorio di bustaia con l’aiuto  della sorella Zeffirina. La clientela aumentò di anno in anno per la bravura delle due donne che coinvolsero nell’attività altre sorelle, visto che la famiglia Pontarollo era composta da ben 11 figli. Le loro creazioni furono apprezzate per la squisita fattura e l’impiego di materiali di alta qualità.

Finita la terza media Lucia Agostini, figlia di Zeffirina, affiancò mamma e zia in bottega e piano piano cominciò ad allargare la gamma dei prodotti, trasformandola in un negozio al passo coi tempi aperto alle ultime novità.

Bassano cominciava ad essere un punto di riferimento commerciale per i paesi limitrofi, compresi quelli della Valsugana e la clientela che si rivolgeva alla Casa del Busto arrivava anche da fuori provincia.

Lucia rinunciò agli studi superiori per rimanere accanto alla mamma, dopo tre anni trascorsi come interna nel collegio della Suore Canossiane della S.S. Trinità.

Tra i banchi del ginnasio allacciò parecchie amicizie che si rivelarono preziose col passare del tempo.

Lucia, capendo che le esigenze delle donne stavano cambiando in fretta sotto la spinta degli anni della ricostruzione e del boom economico, cominciò a lasciare la realizzazione dei busti, sempre meno richiesti e a interessarsi di abbigliamento intimo già confezionato, per soddisfare la clientela. Selezionò attentamente ditte specializzate in corsetteria, biancheria intima e costumi da bagno scegliendo accuratamente parure e capi confezionati in tessuti preziosi.

Sposatasi nel 1954 con Vasco Todaro, non rinunciò mai al suo lavoro, neppure quando nel 1956 nacque Luciano e tre anni dopo Caterina.

Sin da bambina a Caterina piaceva fermarsi in negozio assieme alla mamma e dopo averla affiancata, una volta conseguito il diploma di ragioneria, nel 1990 le subentrò nella gestione continuando così l’attività iniziata nel 1924 dalla prozia e dalla nonna.

Tre anni fa il negozio ha lasciato la storica sede di piazza Garibaldi per trasferirsi negli ampi e luminosi locali di via Da Ponte, cambiando anche il nome: da Casa del Busto a Sale&Seta.

Immutata, però, l’altissima qualità dei capi in vendita.